Femminicidio

Non passa giorno senza la notizia dell’ennesimo femminicidio. Spero che la frequenza di questo crimine, per quanto sconvolgente, non porti alla sua assuefazione. La specie umana è sopravvissuta a eventi estremamente sconvolgenti e drammatici anche grazie alla sua capacità di assuefazione. L’abitudine può essere salvifica, ma anche deleteria come in questo caso. Io comunque non mi sono ancora abituata a questo stillicidio mortifero e perciò ne scrivo. Non voglio fare la maestrina, né emettere oracoli . Non ho la soluzione in tasca e non pretendo di esaurire l’argomento con questo breve articolo. Ho un blog e vi scrivo quello che voglio, sempre rispettando me stessa , ovviamente, e chi mi legge. Oggi mi sono chiesta perché questo fenomeno continua a ripetersi e nessuno sembra in grado di porvi fine. Temo che la risposta non sia rassicurante. Si tratta di un fenomeno , figlio della cultura maschilista che continua a infestare e appestare le società occidentali. Evito di parlare del rapporto maschilismo / società orientali perchè non ho competenze adeguate . Tornando dunque alla nostra società occidentale mi sembra di poter dire che all’origine del fenomeno del femminicidio ci sia il rapporto “madre/figlio “. Se ne avete l’occasione , osservate come si comporta la mamma con il figlio maschio. L’atmosfera di questo rapporto ha qualcosa di speciale, il maschietto sembra veramente ” his majesty the baby”! ” Malattia, morte, rinuncia al godimento, restrizioni imposte alla volontà personale non devono valere per lui, le leggi della natura al pari di quelle della società devono essere abrogate in suo favore, egli deve ridiventare il centro e il nocciolo del creato, quel His Majesty the Baby, che i genitori si sentivano un tempo.” (Freud ) Non solo. Se la mamma non apprezza se stessa come donna, tende a vedere il figlio maschio come un prolungamento di sé, la realizzazione dell’identità da sempre agognata. E il figlio maschio sarà il suo oro olimpico. E nessuna donna sarà mai degna di suo figlio. All’esaltazione del maschio fa da contro altare la denigrazione delle figlie femmine e di tutte le donne. Come potete pensare che un uomo, che abbia ricevuto messaggi di questo tipo sin da quando era neonato, possa tollerare dei “NO”, possa tollerare di essere lasciato…..! Impossibile : si impara giorno dopo giorno a gestire le frustrazioni, i rifiuti, gli abbandoni. Chi non ha questo allenamento non può che reagire con violenza ai “No”, ai rifiuti, agli abbandoni. A questo punto qualcuno può obiettare che tutti gli uomini sono dei potenziali assassini di donne. Ovviamente no. Dipende da quanto profonda è la disistima della madre verso il suo stesso sesso. Più è profonda più è malato il rapporto con il figlio maschio e quindi foriero di grossi guai futuri. D’altra parte la disistima, che molte donne, purtroppo, hanno per il proprio sesso, è anch’essa frutto di messaggi inconsci ricevuti dal seno materno. E come potrebbe essere diverso? Tutte le madri sono condizionate dalla società in cui vivono e se la società è una società maschilista….?! “Cambiamo la società” direte voi. Si, concordo, ma mi sembra un po’ complicato. A parole tutti vogliamo la parità fra uomini e donne, ma la sola volontà non basta: serve un impegno totalizzante, che coinvolga tutto il mondo della scuola a cominciare dagli asili nido; tutti i luoghi di lavoro dove organizzare almeno una volta al mese incontri della durata di un’ora e mezzo con dieci partecipanti, al massimo, condotti da uno psicoterapeuta a indirizzo psicodinamico. E coinvolgere anche intellettuali, artisti, sportivi per manifestazioni, mostre, dibattiti. Insomma coinvolgere la società tutta per creare un rapporto nuovo tra donne e uomini basato sul rispetto reciproco. Sarà possibile realizzare tutto questo ?…….Non lo so. Forse è solo un sogno ad occhi aperti che rimarrà tale.

Di wp_14348898

Rosalba Scavia- psicoanalista Iscrizione all'albo psicologi e psicoterapeuti del Lazio con il n.548 Titoli di studio: Laurea in psicologia Laurea in sociologia