Desiderio o Bisogno di Amore

C’è una differenza fondamentale fra bisogno e desiderio e comprenderla è utile per valutare sia il grado di maturità di un soggetto, che gli consente una buona convivenza con gli altri, sia la capacità di instaurare una relazione amorosa adulta . Un mio paziente, un bell’uomo di trent’anni, con un buon lavoro, nel nostro primo incontro si era lamentato di trovarsi spesso solo: al circolo del tennis gli era sempre difficile trovare un compagno per un singolo o un doppio, nonostante fosse piuttosto bravo. Quando gli ho chiesto quali altri interessi avesse oltre il lavoro, mi ha guardato con un’aria smarrita : ” veramente nessuno” “Come impiega il suo tempo libero?” ” Beh, non so…. dormo…..vado a pranzo da mia madre…. e poi telefono agli amici, finché trovo qualcuno che esce con me o per fare una partita a tennis ….ma spesso non trovo nessuno libero……” E quando trova qualcuno , a parte il tennis, che fate? “beh, niente….andiamo a fare un aperitivo….ma più spesso andiamo al circolo……solo che qui spesso chi è con me mi lascia per andare a parlare con qualcun altro ………” Il suono della sua voce è monocorde . Mentre lo ascolto mi piomba addosso un sonno tale che fatico a tenere gli occhi aperti. Riconosco il segnale: fuggire dal paziente, che è come un sacco vuoto , che lui cerca di riempire succhiando e spolpando fino al midollo ogni persona che incontra. E’ questo il motivo per cui anche i suoi amici lo evitano : in realtà nessuno, sufficientemente equilibrato, è disposto a dare continuamente senza ricevere niente in cambio. E questo paziente, per i suoi problemi, riusciva a intessere soltanto relazioni nelle quali il bisogno era dominante rispetto al desiderio. Quando in una persona adulta domina il bisogno è evidente la sua regressione a livello infantile e di conseguenza l’ impossibilità di una buona convivenza con gli altri. La prevalenza del bisogno sul desiderio è foriera di guai anche nel campo cosiddetto sentimentale, che si rivela sempre più affollato di quanto ci si possa immaginare. Nell’incontro di due persone , in realtà non ci sono solo le due persone, ce ne sono almeno quattro, due per parte. Ciò significa che inconsapevolmente ci portiamo dentro i rapporti che ciascuno di noi ha avuto con il proprio babbo e la propria mamma e queste passate esperienze hanno un peso notevole sulle relazioni attuali. E nessuno si illuda di esserne immune! Lo aveva capito anche una mia paziente ,Laura, che commentava cosi la crisi del suo matrimonio. “Mi sembrava di essere l’amante di mio marito non la moglie! Il che qualche volta può anche essere divertente, ma non quando diventa consuetudine. La compagna legittima era sua madre, che nemmeno il sacro vincolo del matrimonio è riuscito a staccarla dal suo adorato figlio a cui era incollata come una cozza allo scoglio. Il figlio doveva chiamarla tutte le sere per augurarle la buonanotte; doveva passare ogni mattina da lei e portarle cornetto e cappuccino e infine doveva pranzare con lei quando usciva dall’ultima udienza in tribunale. E lui non si lamentava di questa schiavitù! Si sentiva in colpa se non rispettava questi riti, perchè la mammina si dispiaceva, era tanto sola. Dopo cinque lunghi anni, in cui ho sperato che mio marito si rendesse conto di quanto fosse malato il rapporto con sua madre, ho gettato la spugna , me ne sono andata di casa e ho chiesto la separazione. E sa che cosa è successo?! La signora mamma ha preso il mio posto per non lasciare solo il figlioletto, brillante avvocato cinquantenne.” Purtroppo queste ingerenze materne sono molto diffuse perchè troppo spesso i figli servono a mamma e papà per riempire i loro vuoti o ricompensarli dei loro presunti o reali fallimenti. Troppo spesso mamma e papà hanno bisogno della presenza dei figli, perchè senza di loro non hanno più un dialogo, sono spenti. Voglio far notare quanto sia essenziale conoscere sia i propri bisogni e desideri sia la differenza fra essi per raggiungere un equilibrio mentale “sufficientemente buono” . L’elemento distintivo del bisogno è la dipendenza, invece l’elemento distintivo del desiderio è il piacere. Questa diversità caratterizza le relazioni nel senso che quanto più è dominante il bisogno tanto più la relazione adulta non sarà affatto tale, ma infantile. E ciò che è accettabile in un bambino non lo è in adulto , che non è più tale anagraficamente, ma purtroppo per lui (lei) lo è affettivamente. Ecco dunque che è possibile una relazione amorosa armonica solo fra persone che hanno raggiunto la maturità affettiva , che stanno insieme per scelta, per desiderio, non per bisogno. Tutte le altre relazioni, dove dominano inconsciamente vissuti infantili, sono relazioni caratterizzate dal bisogno e danno origine ai cosiddetti incastri nevrotici. Voglio far notare che in tutte le relazioni adulte rivivono residui di vissuti infantili, ma negli incastri nevrotici i vissuti infantili sono dominanti e ostacolano la convivenza con gli altri. Per quanto riguarda la domanda ” di chi ci si innamora” ? La risposta è abbastanza semplice : se sono sufficientemente adulto/a mi innamoro di chi inconsciamente vive facendo scelte non condizionate dal bisogno, ma ispirate dal desiderio. Se sono immaturo/a mi innamoro di chi inconsciamente credo possa soddisfare i miei bisogni.

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Rosalba Scavia- psicoanalista Iscrizione all'albo psicologi e psicoterapeuti del Lazio con il n.548 Titoli di studio: Laurea in psicologia Laurea in sociologia

8 commenti

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