Sempre lei, la mia cara paziente, costantemente polemica . Dopo qualche minuto di silenzio, che le serve per raccogliere le idee prima di formulare la domanda , che ha lo scopo di mettere me in imbarazzo e dare a lei la palma della vittoria sull’analista dice : “Una mia amica da giorni mi sta tormentando con i suoi dubbi sull’amore del suo compagno. Le ho consigliato di sfogliare una margherita – m’ama, non m’ama ?- e per poco non mi becco un ceffone. L’avevo offesa evidentemente. Però insomma qualche volta le amiche sono anche noiose con i loro dubbi e ricostruzioni fantasiose. Io sono molto più pratica, sto ai fatti, e non mi faccio tante pippe mentali. Ma sono curiosa di sapere cosa ne pensa lei…..voglio dire ….secondo lei noi donne pensiamo in modo diverso dagli uomini?…….ci complichiamo la vita inutilmente…..? Siccome so bene che lei non mi darà la soddisfazione di rispondermi, io le dirò quello che penso, perché così lei ci riflette ( so che lo farà!) e tornerà utile anche a lei, perchè anche lei è una donna e sicuramente più cervellotica di me dato il mestiere che fa! Ah, Ah, già vedo i suoi neuroni posizionati in prima linea tesi all’ascolto, come lo chiamate voi ? ah, si, ascolto attivo. Eh si, io sarò anche paranoica , come hanno sentenziato tutti gli psichiatri che l’hanno preceduta, ma sono anche molto intelligente, anche questo sentenziato da quei signori, e sono in grado di dirle qualcosa che forse non sa su come e cosa pensano gli uomini e le donne sull’amore.” Mentre la ascoltavo pensavo a come potevo contenerla e aiutarla nella convivenza con gli altri, riducendo il suo bisogno pressoché incontenibile di dominio. Concordavo con i colleghi, era una donna molto intelligente, colta, ma, purtroppo per lei, assetata di potere di controllo su tutto e tutti, con buona capacità intuitiva dell’altro, soprattutto dei punti deboli. “Allora , mia cara dottoressa, voglio parlarle degli uomini, delle donne e dell’amore perchè così forse riesco anche a capire dove ho sbagliato e se ho sbagliato nel mio rapporto con gli uomini. Non mi è servito essere docile , amorevole, accondiscendente, non mi è servito fare l’umile, non mi è servito fare la superba, non mi è servito farmi tappetino, non mi è servito farmi rincorrere e desiderare. Cosa c’è che non va in me?” ” La domanda di riserva, mia bella signora?! – penso- non posso risponderti , è troppo presto , sei ancora troppo lontana dalla vera te stessa per tollerare la risposta a questa domanda. Se tu fossi pronta, ma non lo sei, ti farei notare che nell’elenco dei tuoi comportamenti da te definiti infruttuosi, manca del tutto la presenza dell’altro. In realtà tu sei tutta presa da te stessa, dalla parte che vuoi recitare, tu sei il faro della coppia, l’altro è un fantoccio. Tu hai interpretato tanti ruoli senza successo, ma tu chi sei veramente? Che cosa vuoi ? Tu vuoi l’amore o la conquista? Ma per te amare cosa significa?” Forse dovremmo porcele tutti queste domande, perchè la mia irrequieta paziente narcisista non è la sola che colleziona relazioni sentimentali inconsistenti e frustranti. Purtroppo invece di porsi domande uomini e donne si accusano vicendevolmente. Per gli uomini le donne sono delle rompiscatole che vogliono sempre parlare….parlare….parlare! Per le donne gli uomini sono insensibili, sono tutti presi da se stessi e assorbiti dall’ interesse per il calcio (la maggior parte). Sono fondate queste accuse? Apparentemente si, nel senso che evidenziano diversità fra i due generi, diversità valide anche per tutti gli altri generi , nei quali potrà prevalere o l’aspetto maschile o quello femminile. E’ possibile che la diversità fra uomini e donne possa essere vissuta in maniera positiva , come un insieme di caratteristiche che arricchiscono il rapporto e non sempre e soltanto come elemento negativo, frustrante per ambedue le parti.? In base alla mia micro esperienza relativa al numero dei pazienti che hanno frequentato il mio studio per una cinquantina d’anni, ritengo di poter rispondere affermativamente : si, è possibile. No, non sono una sconsiderata ottimista, Credo nella forza dell’amore e nella capacità dell’essere umano di rigenerarsi. Qualche grillo parlante per smentirmi ricorrerà a ” Homo homini lupus est” ! o ” Mors tua vita mea”! Lo so a volte ci troviamo di fronte a comportamenti così orrendi , feroci, crudeli che distruggono la nostra fiducia nell’essere umano. Non sono la regola però. E se studiati a fondo rivelerebbero ferite non rimarginatili che hanno ucciso l’anima di quegli individui fin dai primi vagiti. Perciò secondo me ogni qualvolta entriamo in contatto con una persona la prima cosa da tenere a mente è :” NON GIUDICARE ” o meglio NON EMETTERE SENTENZE DI CONDANNA , che sarebbero inevitabilmente superficiali e dettate dal pregiudizio. Nella seduta successiva mi aspettavo che la paziente continuasse a provocarmi con domande sulla relazione amorosa fra uomini d donne e invece è arrivata molto triste, depressa, stanca ,si è letteralmente lasciata cadere sul lettino e ,dopo un debole ” mi dispiace, non ho voglia di parlare”, si è chiusa in un silenzio che è durato per tutta la seduta. Quel suo “Ci pensi” mi era rimasto dentro e ci avevo davvero pensato. E adesso condivido con voi tutto quello che mi è venuto in mente al riguardo. Ovviamente non è un lavoro scientifico né un saggio sulla relazione amorosa e neppure un’ analisi approfondita del vissuto amoroso degli esseri umani. Sono riflessioni derivate dall’osservazione e lo studio del comportamento dei numerosi pazienti che hanno frequentato il mio studio. Qualcuno mi potrebbe dire ” Ma che c’entro io con i tuoi pazienti? Loro sono malati, io no. Quello che dicono o fanno loro non mi riguarda, io sono diverso da loro, io sono sano” Ecco questa è l’affermazione più stupida che una persona possa fare! Nessuno può arrogarsi il diritto di proclamare la propria sanità mentale. Banalmente perché nessuno di noi è totalmente sano. Lo dico seriamente, la realtà quotidiana ce lo conferma. In ognuno c’è un atomo di nevrosi, che può moltiplicarsi fino a degenerare in forme disturbanti per l’individuo medesimo e la società. Ognuno di noi è potenzialmente un folle. Mettiamocelo bene in testa e impariamo a rispettare noi stessi e gli altri. ” RISPETTO” questa è la parola magica.”RISPETTO”. E. “MANCANZA DI RISPETTO” sono i due poli opposti che delimitano le relazione degli individui : le relazioni di lavoro, le relazioni sociali, le relazioni amicali e soprattutto le relazioni amorose. Perchè SOPRATTUTTO? perchè la relazione amorosa è caratterizzata dall’intimità, che , qualche volta , fraintesa, porta alla mancanza di rispetto. Vorrei chiarire cosa intendo per rispetto. Se tu esprimi un’opinione che io non condivido, la rispetto e non cerco di importi la mia. Se io sono un sedentario e tu una viaggiatrice dobbiamo riconoscere ad entrambi il diritto di essere come ci piace. E cosi per tutto. Ovviamente se i nostri interessi sono costantemente divergenti , dobbiamo riconoscere che non siamo compatibili come coppia, senza colpevolizzarci reciprocamente. Ma soprattutto dobbiamo riconoscere la reciproca autonomia e indipendenza di pensiero e sentimento. Io non posso imporre a te di amarmi e tu non lo puoi imporre a me. Se io decido di lasciarti, tu non me lo puoi impedire così come se tu vuoi lasciare me , io non posso impedirtelo. La separazione può essere molto dolorosa, ma deve comunque essere sopportata. Insomma deve essere chiaro a tutti, maschi e femmine, omosessuali, transgender che l’amore non può essere nè comprato nè imposto. Forse un giorno potrò dirlo anche alla mia paziente senza suscitare il suo sprezzante sarcasmo.
Proprio così Rosalba, il rispetto è fondamentale in ogni tipo di rapporto.